Al via il Piano Transizione 5.0: una misura che prevede un Credito d’Imposta fino al 45% (e oltre) per le aziende che investono nella doppia transizione, ecologica e digitale.
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 2 marzo 2024, il Decreto-Legge 39, con il nome di “Ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza” (decreto PNRR) approvato il 26 febbraio scorso.
Questo piano d’incentivi, ideato dal Governo, mira a sostenere attivamente l’adozione di pratiche operative più sostenibili e all’avanguardia. Ma quali sono i benefici previsti e quali aziende possono accedervi? Scopriamolo insieme.
Quali sono le finalità del Credito d’Imposta
Il Credito d’Imposta, dunque, rappresenta uno strumento cruciale adottato dal governo italiano per promuovere la competitività delle imprese ed incentivare gli investimenti in innovazione.
La finalità del “Piano Transizione 5.0” è quella di supportare le imprese che abbracciano l’innovazione, con soluzioni all’avanguardia, mediante interventi di ristrutturazione finalizzati a incrementare l’efficienza energetica, l’autoconsumo e l’autoproduzione di energia rinnovabile del proprio sito produttivo.
I beneficiari della misura
L’accesso all’incentivo è per tutte le tipologie di impresa con sede in Italia, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalle dimensioni e dal regime fiscale.
Investimenti possibili. Quali sono?
Sono agevolabili gli investimenti in beni materiali e immateriali nuovi, strumentali all’esercizio e che sono interconnessi al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura, a condizione che, tramite gli stessi, si consegua complessivamente una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva.
Considerando lo stato dei consumi energetici prima degli investimenti, i risultati minimi da raggiungere, post intervento, in termini di risparmio di energia, sono:
- del 3% in caso di riduzione dei consumi energetici del fabbisogno aziendale;
- oppure del 5% in caso di riduzione dei consumi energetici di uno specifico processo produttivo.
Nel decreto sono previsti investimenti anche per:
- gli impianti da fonti rinnovabili, destinati all’autoproduzione ed all’autoconsumo, compresi di sistemi di stoccaggio dell’energia;
- spese per la formazione del personale per lo sviluppo di competenze relative ai temi della transizione digitale ed energetica.
Risorse e aliquote
Le risorse complessive destinate al “Piano Transizione 5.0” sono pari a 6,3 miliardi di euro, per investimenti effettuati nel biennio 2024/2025.
Le aliquote sono suddivise in tre fasce, sulla base dei risparmi conseguiti se l’intervento è sulla struttura produttiva o su un processo industriale specifico e sulla base dell’importo investito.
In termini di risparmi conseguiti:
Fascia I | Fascia II | Fascia III | |
Risparmio su Struttura Produttiva | Tra il 3-6% | Tra il 6-10% | >10% |
Risparmio su Processo Produttivo | Tra il 5-10% | Tra il 10-15% | >15% |
Il credito d’imposta riconosciuto, in relazione agli importi investiti, nelle tre fasce di risparmio:
Fascia I | Fascia II | Fascia III | |
Fino a 2,5 milioni | 35% | 40% | 45% |
Tra 2,5 e 10 milioni | 15% | 20% | 25% |
Tra 10 e 50 milioni | 5% | 10% | 15% |
Gli investimenti in impianti che comprendano i moduli fotovoltaici, con celle, prodotte nell’Unione europea, con un’efficienza a livello di cella almeno pari al 23,5% o celle bifacciali a eterogiunzione di silicio o tandem con un’efficienza di cella almeno pari al 24% concorrono a formare la base di calcolo del credito d’imposta per un importo pari, rispettivamente, al 120% e 140% del loro costo.
Per la formazione l’aliquota prevista è del 10% su un investimento massimo di 300 mila euro. La condizione richiesta è che le attività formative siano erogate da soggetti esterni.
Cumulabilità
Il credito d’imposta è cumulabile con altre agevolazioni disponibili per i medesimi investimenti. Non può essere cumulabile con il credito d’imposta per la Transizione 4.0 e investimenti nella ZES unica.
Certificazioni
Il beneficio è subordinato alla presentazione di apposite certificazioni, che, rispetto all’ammissibilità del progetto di investimento e al completamento degli investimenti, attestano:
- “ex ante”, la riduzione dei consumi energetici conseguibili tramite gli investimenti;
- “ex post”, l’effettiva realizzazione degli investimenti conformemente a quanto previsto dalla certificazione “ex ante”.
Per le PMI è previsto un aumento del credito d’imposta, per un importo fino a 10.000,00 euro. Il fine è quello di sostenere i costi legati alla produzione obbligatoria delle certificazioni energetiche.